Descrizione
La Cascina Scorpione, di proprietà privata, è purtroppo in stato di abbandono. Si avvisa, pertanto, di non avvicinarvisi per ovvie ragioni di sicurezza.
Non si tratta di un edificio particolarmente antico, poiché – a differenza di altre cascine della stessa zona – non compare nella cartografia storica se non nel Novecento. Ciononostante, essa conserva le tipiche forme, proporzioni e decorazioni degli edifici rurali lombardi. Il primo tratto del sentiero 843, provenendo da via Sally Mayer a Tradate, permette di attraversare questa località attraverso un viale forestale costituito da un doppio filare di faggi (Fagus sylvatica), il che dà un’interessante nota paesaggistica al percorso, specialmente al mutare delle colorazioni stagionali.
L’origine del toponimo è altrettanto recente e – al netto di nuove ricerche – dovrebbe riferirsi proprio al velenoso aracnide (Euscorpius italicus), che, pur raramente, può frequentare anche le nostre zone.
L’area boscata che si estende a ovest del sentiero era in parte utilizzata per una piantagione sperimentale di conifere; poco a sud, verso il Montechiaro, vi è testimonianza di una simile sperimentazione impiantata alla fine degli anni Cinquanta dalla cartiera Vita-Mayer utilizzando il pino himalayano (Pinus wallichiana).
Negli ultimi decenni l’area, era stata percorsa più volte dal fuoco, era soggetta ad attacchi parassitari, oltre che presentare – a ragione della sua origine artificiale – un basso livello di biodiversità rispetto al potenziale esprimibile. Pertanto è stata riqualificata tramite interventi di miglioramento forestale e ambientale, sviluppati su una superficie di 150.000 mq, la messa a dimora di 3.895 piantine forestali di specie autoctone, la realizzazione di uno stagno per anfibi e la sistemazione della strada mediante l’uso di inerti riciclati.
Geolocalizzazione
Autore
Matteo Colaone