L’urna di Walperto

Descrizione

L’Urna di Walperto (o Valperto) è un oggetto molto curioso, il cui succedersi di funzioni e utilizzi non è ancora del tutto chiaro.

Ora si trova nel cortile del Museo Archeologico di Milano ma venne rinvenuto  nella chiesa di S. Bartolomeo al Bosco, dove era usato come acquasantiera, prima di essere ceduto nel 1884 al Museo Archeologico di Brera, per poi arrivare alla sua attuale collocazione.

 

Descrizione

Si tratta di un cubo di marmo lungo e largo 88 centimetri e alto 66, scavato internamente. Tre lati esterni sono lavorati con soggetti mitologici marini; il quarto è invece grezzo.

In una faccia laterale compare la seguente iscrizione:

WALPERTUS SUBDIACONUS FIERI IUSSIT.

(Il subdiacono Walperto ordinò che venisse realizzata)

Nei quattro bordi della faccia superiore si leggono queste incisioni:

+ HOC FABRICAVIT OP(US) WALP(ER)T(US) AMORE PARENTUM
ORENT UT REDDAT P(RE)MIA DIGNA DEUS
[Q?]VOD MEDIOLANIO MULTO DEFERRE LABORE
HIC STUDUIT CURENS OPTINUISSE SUO

(Walperto costruì quest’opera per amore dei genitori / preghino perché Dio renda congrue ricompense / si preoccupò con molto impegno che fosse trasferito qui da Milano / desideroso di averlo a disposizione)

e attorno alle vasche angolari:

REDUC
CARPENTUM
BONA NOCTE
VADE DORMITUM

(Ricovera / il carro / buona notte / vai a dormire).

Oltre alla cavità principale, ad ogni angolo corrispondono altrettante cavità cilindriche, ognuna con un foro rivolto verso il vano centrale, il quale – a sua volta – mostra dei condotti che fanno defluire un eventuale liquido a un foro che dà all’esterno.

Urna di Walperto
Parte superiore dell’urna di Walperto. Foto: Matteo Colaone

Ipotesi sulla sua origine

Originariamente potrebbe essere stato un basamento di un grande edificio romano, epoca a cui afferiscono le decorazioni marine, rappresentate solo sui lati visibili e non su quello nascosto.

Recuperato, potrebbe essere stato scavato al suo interno per ricavarne una vasca al fine di miscelarvi e/o triturarvi tinture o come abbeveratoio per animali.

Valperto ne fece poi un’urna cineraria per i genitori, come testimonia la scritta aggiunta in latino alto-medievale. E’ possibile che si tratti della stessa persona che fu arcivescovo di Milano dal 953 al 970.

Dismessa anche questa funzione, che non sappiamo se avesse già quando condotta alla chiesa di S. Bartolomeo, venne svuotata del contenuto e utilizzata come acquasantiera, fino alla sua riscoperta a fine dell’Ottocento.

Autore

Matteo Colaone