Descrizione
Il mulino Bosetti-Salmoiraghi a Fagnano Olona è un edificio storico, di proprietà privata, posto nella valle di Fagnano Olona, all’interno del PLIS del Medio Olona. Si trova non lontano dalla pista ciclopedonale di fondovalle, ai margini di un’area che negli ultimi decenni ha vissuto una spontanea rinaturalizzazione con la creazione di stagni temporanei e prati che si allagano durante i periodi di maggiore portata del fiume.
La proprietà del mulino e dei terreni è della famiglia Salmoiraghi. L’edificio, solo in apparenza abbandonato, è stato oggetto di vari tentativi di recupero, mai purtoppo concretizzati. Nondimeno, la struttura contiene ancora la testimonianza del lavoro di diverse generazioni.
Descrizione del mulino Bosetti-Salmoiraghi a Fagnano Olona
Il mulino si trova in via del Carso è si può raggiungere partendo dal castello visconteo che lo sovrasta, prendendo via Opifici e scendendo in Valle, svoltando a destra in via del Carso. Sulla destra si osservano i ruderi del Mulino del Sasso, altra struttura storica che sarebbe meritevole di recupero. Appena superato il ponte sull’Olona, si imbocca la stradicciola che inizia tra i muri di un industria dismessa, via Giulio Cesare, prima di aprirsi tra i campi. Essa termina al mulino Mulino Bosetti.
Si nota come il complesso si trovi in un’ansa dell’Olona, tagliata dalla roggia molinara, attualmente disconnessa e non più attiva. Il mulino è uno degli ultimi in Valle che preserva le strutture meccaniche, compresa la ruota motrice. L’acqua era condotta nell’edificio tra una prima briglia posta a monte, mentre una seconda, più a valle, alimentava altri opifici.
Il ponticello consente di avere una vista discreta sull’impianto e sul nervile che conteneva diverse ruote, di cui una ancora in posizione. Dalla parte opposta della roggia molinara vi era invece un oleificio. Questo impianto permetteva di frangere semi da olio sempre sfruttando la forza dell’acqua.
All’interno degli edifici – non visitabili – vi sono gli elementi molitori. La potenza del sistema di presa veniva distribuita con l’ausilio di rapporti e demoltipliche che consentivano di adeguare la rotazione degli assi motori in funzione dell’afflusso dell’acqua nelle canaline. Il flusso era inoltre controllato da apposite chiuse e grate.
La storia del mulino Bosetti-Salmoiraghi a Fagnano Olona
La presenza di numerosi mulini nella valle di Fagnano è testimoniata a partire dalla seconda metà del Cinquecento, sebbene sia verosimile che simili impianti fossero attivi già da alcuni secoli. Fino al Settecento, tutti i numerosi opifici risultano di proprietà dei Visconti, con diverse denominazioni. Non è pertanto facile discriminare posizioni e intestazioni di tali strutture.
E’ dunque probabile che anche l’attuale Bosetti-Salmoiraghi fosse uno dei vari elencati come mulino Visconti. Si tratta probabilmente di quello acquistato da Andrea Ponti nel 1842, insieme a quasi 40 pertiche di prati, da donna Francesca Tanzi Visconti. Alcuni anni dopo, i Ponti richiedono la trasformazione del mulino in caseggiato con servizio di sbianca e di frangia d’olio.
• Nel 1856 venne costruita una ponticella di ingresso a servizio del frantoio. Andrea Ponti richiede licenza di rettificare un tratto dell’Olona giudicato troppo tortuoso.
• Dal 1873 compare come operativo nella frangia Giuseppe Salmoiraghi, residente a Castellanza, che venne multato per uso abusivo della macina per semi. Il mulino adiacente dovrebbe essere ancora di proprietà Ponti. Continua anche l’attività di candeggio, questa volta propriamente collaudati nel 1890 da Ettore Ponti, che nel frattempo era anche padrone del Cotonificio di Solbiate. L’attività di sbianca fu affidata ai consorti Pigni e Salmoraghi per alcuni mesi. Negli anni successivi, viene affidata ad altre ditte, con alterne fortune.
L’avvento dei fratelli Bosetti
I fratelli Bosetti dovettero subentrare ai Ponti nella gestione del mulino in un periodo precedente al 1960, quando ancora era attivo il contiguo oleificio dei fratelli Salmoiraghi, eredi del Giuseppe di cui sopra.
Il mulino da grano venne dismesso negli anni Settanta a ragione dell’industrializzazione e dell’inquinamento del fiume. Da allora, parte del complesso è utilizzato come abitazione e magazzino, mentre le strutture molitorie e proto-industriali sono abbandonate.
Bibliografia:
- A.A.V.V., La fabbrica ritrovata. Archeologia industriale nella Valle Olona, Università Popolare di Varese, Azzate, 1989
- L. Carnelli, Il fiume Olona. Le acque, la storia, i mulini, Comune di Gorla Maggiore, 2006
Autore
Matteo Colaone