Le recinzioni elettrificate sono state inventate per trattenere al loro interno gli animali domestici, e per questo motivo venivano e vengono denominate “pastori elettrici”. Pecore, mucche e cavalli sono assoggettati alle cure dell’uomo e spesso basta poco per convincerli a non abbandonare una determinata area di pascolo.
Se si vuole ridurre la possibilità di intrusioni nei coltivi da parte di animali selvatici è necessario che il contatto con la recinzione produca in essi un forte impatto. Una recinzione elettrificata altro non è che un insieme composto da un alimentatore o elettrificatore, fili, paletti e altri accessori in grado di produrre, nel punto più lontano dall’alimentatore, una differenza di potenziale di almeno 3500-4000 volt e di scaricare almeno 300 millijoule di energia. La differenza di potenziale viene prodotta a bassissime intensità, in modo da generare un forte impatto solo nel malcapitato essere vivente che dovesse toccare il filo in cui passa la corrente.
Le recinzioni elettriche dovrebbero essere installate in anticipo rispetto alla semina (anche mesi prima) e mantenute attive per tutto l’anno, o perlomeno dovrebbero già dissuadere o “educare” gli animali selvatici molti mesi prima che sia disponibile una qualsiasi offerta alimentare, altrimenti la loro efficacia risulta molto, molto ridotta.
Le recinzioni elettriche funzionano solamente se vengono posizionate bene e correttamente manutenzionate, permettendo all’agricoltore di preservare il raccolto ed evitare danni e pratiche burocratiche per il risarcimento.
Le seguenti Linee Guida sono state redatte da Andrea Marsan e promosse all’interno del progetto In.Seeds – Biodiversità Insubrica, finanziato da Fondazione Cariplo, realizzato da Istituto Oikos in collaborazione con Parco Pineta di Appiano Gentile e Tradate