Il Besanosaurus leptorhynchus e il Ticinosuchus Ferox sono due grandi rettili che abitavano l’Insubria nel Triassico medio, quando le Prealpi erano scogliere e lagune: il primo era un ittiosauro marino lungo quasi 6 metri, il secondo – lo dice il nome – era il “feroce coccodrillo del Ticino”.
Sono stati tra i protagonisti al Museo Civico dei Fossili di Besano in Val Ceresio, durante un sopralluogo al sito Unesco del Monte San Giorgio con alcuni rappresentanti istituzionali e i presidenti dei Parchi Regionali. Accompagnati dal sindaco di Besano, Leslie Mulas, erano presenti l’europarlamentare Isabella Tovaglieri, il presidente del Parco Pineta, Mario Clerici, la presidente del Parco del Ticino Cristina Chiappa e il presidente del Parco Campo dei Fiori, Giuseppe Barra, oltre al referente di WWF Varese Insubria, Matteo Colaone.
L’incontro ha permesso di fotografare le straordinarie opportunità di questa area preziosa dal punto di vista storico, geologico e naturalistico.
È stato possibile visitare il rinnovato museo comunale, con il primo piano riqualificato integralmente lo scorso anno grazie ad un contributo parziale di Regione, all’interno tra i vari reperti anche alcuni fossili che presto verranno restaurati con il contributo della Fondazione comunitaria del Varesotto, a testimonianza della vitalità del museo. In seguito la visita è continuata con una camminata nei pressi del Rio Ponticelli per ammirare splendidi scorci di panorama e i lavori di valorizzazione compiuti e in programma da parte dell’amministrazione comunale.
Azioni che indicano la strada per un cammino congiunto tra valorizzazione del territorio, della sua storia e della natura. Per Mario Clerici, del Parco Pineta, la strada giusta:
“Fondamentale valorizzare, far conoscere e recuperare il patrimonio storico che è anche naturale della nostra Provincia. Farlo dà soddisfazione a tutti“.
Tovaglieri concorda, aggiungendo che “il patrimonio paleontologico e storico naturalistico del Varesotto rappresenta una ricchezza straordinaria della Lombardia, che dobbiamo far conoscere e valorizzare maggiormente a Bruxelles, anche monitorando le opportunità di sostegno europee. La visita in Valceresio pone le basi per una collaborazione proficua tra diverse realtà e diversi livelli istituzionali con obiettivi comuni”.
Per Leslie Mulas “è dovere di un ente pubblico tutelare e valorizzare il proprio patrimonio fatto di luoghi ma anche di competenze e professionalità, a maggior ragione in questo caso, visto che si tratta di un sito Unesco. Investire risorse significa non solo promuovere ma anche proteggere un territorio, per farlo vivere e non abbandonarlo”.
Dopo aver valorizzato e migliorato la struttura museale ed espositiva si penserà alla valorizzazione. Obiettivo: arrivare da 3500 a 5000 visitatori annui, ha sottolineato Mulas. È stato eseguito uno studio paesaggistico per individuare punti di interesse del sito paleontologico che ha portato ai lavori fatti nella zona di Rio Ponticelli e all’area delle miniere, dove è stato ripreso un sentiero che parte dal paese.
Entro il 2023 potranno inoltre aprire al pubblico le miniere di scisto bituminoso. Chiuse a fine anni 60, sono protagoniste di un bando Interreg di 450 mila euro, più 100mila del Comune per la messa in sicurezza.
“Lavori che vanno replicati in altri posti della nostra provincia, un bellissimo esempio di valorizzazione e protezione di ambiente naturale e cultura locale”, hanno sottolineato Cristina Chiappa del Parco del Ticino e Giuseppe Barra del vicino Parco del Campo dei Fiori.
“Questa visita ci ha permesso di affermare, ancora una volta, il ruolo che WWF Varese Insubria intende svolgere nel territorio. Quello di promotore e custode della biodiversità locale e ‘attento vigile’ di ogni progetto ambientale ed ecologico” ha commentato Matteo Colaone.