Descrizione
Gli impianti di fitodepurazione riproducono il principio di autodepurazione, tipico delle zone umide, dato dall’azione combinata di suolo, vegetazione e microrganismi. Il suolo agisce come filtro per le acque e costituisce il supporto della vegetazione. La vegetazione cattura ossigeno dall’atmosfera e lo trasloca nell’apparato radicale e nel suolo, rendendolo disponibile ai microrganismi che degradano inquinanti e sostanza organica trasformandoli in nutrienti utili alle piante, come fosforo e azoto.
I fitodepuratori possono essere considerati zone umide artificiali e, con il loro aspetto di stagni e canneti e grazie all’utilizzo di specie vegetali tipiche della zona (autoctone), si inseriscono bene nell’ambiente circostante.
La presenza di acqua in queste zone umide artificiali ha aumentato la biodiversità del Parco perché è un richiamo per anfibi (soprattutto la rana verde), uccelli acquatici (ad esempio folaghe, germani reali, gallinelle d’acqua e aironi) e moltissimi insetti, tra i quali le libellule.
Nel Parco Pineta sono presenti tre impianti di fitodepurazione. Il primo è stato costruito a Pianbosco (Venegono Inferiore) ed è entrato in funzione nel 2008. Il secondo è attivo dal 2012 a Castelnuovo Bozzente e il terzo, il più grande, dal 2014 a Limido Comasco.
Nella mappa è indicata la localizzazione della torretta di birdwhatching che si affaccia su uno degli stagni della fitodepurazione di Limido Comasco.
Parco
Parco pineta
Geolocalizzazione
Lo trovi sul sentiero...
Sentiero delle acque (fitodepurazione di Castelnuovo B.); sentiero LP (fitodepurazione di Limido C.)
Autore
Elisa Plebani