Luigi Castiglioni e il viaggio in America Settentrionale

Descrizione

Luigi Castiglioni (Milano 1757 – 1832) fu tra i maggiori rappresentanti della cultura lombarda a cavallo tra Settecento e Ottocento; abitò tra Milano e Mozzate, in quella che oggi è la villa Cornaggia Medici, a quel tempo residenza avita della famiglia. Prestigioso botanico e agronomo, è ricordato, insieme al fratello Alfonso, per aver sperimentato e introdotto nel nostro territorio e, conseguentemente, in tutta la Lombardia, diverse piante nordamericane che tutt’oggi compongono il paesaggio forestale che conosciamo.

La sua notorietà si deve soprattutto al viaggio compiuto negli Stati Uniti d’America fra 1785 e 1787 che rappresenta il primo, dettagliato e appassionato resoconto dell’America del Nord redatto da un viaggiatore italiano. Il diario fu dato alle stampe nel 1790, in due tomi, ma lo si può leggere anche in ristampe più recenti [1].

 

Luigi Castiglioni

La famiglia Castiglioni era tra delle più notabili del Seprio sin dall’età medievale. Sebbene alcuni suoi rappresentanti fossero ormai residenti a Milano per ragioni politiche ed economiche, essi conservavano grandi proprietà nei territori di origine. Nel 1779, quando Luigi aveva 27 anni, la famiglia accolse l’editto di Maria Teresa d’Austra che obbligò le Comunità ad alienare brughiere e incolti, acquistando oltre 1000 pertiche di terreni nel Comune di Mozzate.

Luigi e il fratello Alfonso erano figli di Ottavio Castiglioni e Teresa Verri (1733-1761), entrambi prematuramente scomparsi a causa del vaiolo. Teresa era la sorella di Pietro Verri (1728-1797), filosofo, economista, personaggio di spicco non solo dell’Illuminismo lombardo, ma anche dell’amministrazione austriaca del Ducato di Milano. Il Verri sposerà la giovanissima Maria, sorella di Luigi e Alfonso, diventando per loro al contempo zio e cognato.

I Castiglioni compirono i loro studi presso il collegio imperiale dei Barnabiti, ordine religioso a cui già il padre Ottavio era affidato per la propria educazione; questa istruzione di stampo fortemente cattolico trovava disappunto nello zio Pietro, che spronò i fratelli verso lo sviluppo di passioni  scientifiche e l’intraprendenza politica. Entrambi coltivarono con passione la botanica, arrivando a un livello di professionalità accademica e intessendo rapporti internazionali. Alfonso fu presto assorbito dalle cure familiari e dalla vita pubblica, ma continuò sempre la disciplina, gestendo direttamente le proprietà di Mozzate, dove i Castiglioni avevano installato i propri vivai e sperimentavano il rimboschimento delle brughiere.

La fama di Luigi crebbe al punto che, nel 1784, divenne soggetto di un’entusiastica lettera da parte di sir Joseph Banks, presidente della Royal Society di Londra, a Benjamin Franklin, autorevole scienziato e politico statunitense, che, dal ’78, era ambasciatore in Francia per conto della sua neo-costituita patria. Fu anche tramite questo esimio personaggio che Luigi intraprese un viaggio, cominciato nel 1784 che lo porto brevemente in Francia, quindi a Londra e, infine, ad imbarcarsi per gli Stati Uniti. Tornato in Lombardia tre anni più tardi, completò il manoscritto dei suoi appunti e lo pubblicò.

A questo periodo successe il triennio rivoluzionario (1796-99) coincidente con l’occupazione francese dell’Alta Italia. Dapprima Luigi fu arrestato e deportato a Nizza con altri ostaggi nobili, fu poi invitato a collaborare col nuovo governo; rifiutò, accettando soltanto una carica minore a titolo gratuito. Molto probabilmente disapprovava gli eccessi giacobini e trovò una propria collocazione solo con la costituzione della Repubblica Italiana (1802), assumendo diversi ruoli in istituzioni e commissioni tecnico-scientifiche. Nel 1809 la sua carriera fu coronata dalla nomina a senatore, cui l’anno seguente si aggiungeva il titolo di conte.

Al crollo dell’Impero napoleonico, Luigi Castiglioni fu tra quei membri del Senato che, invano, si adoperarono per l’indipendenza dell’Alta Italia e della Lombardia. Col ritorno del governo austriaco, nel 1816 ottenne la conferma dell’antica nobiltà e nel 1820 la qualifica di Imperial Regio Ciambellano. Rimase fino alla morte presidente dell’Accademia di Brera, direttore dell’Imperiale vivaio delle piante e membro di svariati istituti scientifici.

 

Il viaggio

Luigi ebbe tutto l’agio di seguire le proprie inclinazioni e, grazie ai suoi contatti internazionali, organizzare e intraprendere un lungo viaggio d’istruzione a partire dal 1784. Passando dalla Francia, giunse in Inghilterra, da dove si imbarcò, il 13 aprile dell’anno successivo, sul Nettuno, una nave americana con destino Boston, nel Massachusset.

Per quasi due anni il Castiglioni percorse il territorio della neonata confederazione degli Stati Uniti d’America, toccando anche una parte del Canada, incontrando uomini illustri come George Washington. Tornò in patria nel 1787, portando con sè un’esperienza unica per un italiano dell’epoca, da cui egli trasse i materiali per i due volumi, pubblicati a Milano nel 1790, Viaggio negli Stati Uniti dell’America settentrionale fatto negli anni 1785, 1786 e 1787, ai quali principalmente è legata la sua fama.

Frontespizio del “Viaggio negli Stati Uniti” di Luigi Castiglioni, pubblicato a Milano nel 1790.

Due furono i principali motivi del viaggio: lo studio di piante adatte al clima europeo e l’osservazione degli effetti della Rivoluzione Americana, conclusasi l’anno prima della sua partenza con l’indipendenza delle tredici colonie atlantiche dal Regno di Gran Bretagna. Egli stesso scrisse che tale fatto fosse «uno de’ più memorabili avvenimenti di questo secolo» e che lui fosse «mosso dalla curiosità di vedere il politico nascimento d’una Repubblica composta di diverse nazioni, sparsa in vaste province molto fra loro distanti, e varie nel clima e nelle produzioni”.

Castiglioni ne descrisse l’ambiente fisico, la flora e la fauna, ma anche le attività economiche, la storia, i costumi, la vita politica e sociale di quelle popolazioni; così come la perfidia e crudeltà di alcuni coloni verso gli indigeni, il trattamento inflitto agli schiavi negri, lo sviluppo di una moltitudine di chiese protestanti in contrasto tra loro e inclini all’’intolleranza religiosa.

Dall’America riporta semi di piante prima sconosciute in Europa, come la robinia (Robinia pseudoacacia), la quercia rossa (Quercus rubra), la tulipifera (Liriodendron tulipifera). Dall’osservazione botanica ne trae una seconda opera, Storia delle piante forestiere le più importanti nell’uso medico ed economico, pubblicata nel 1791, in collaborazione col fratello, in quattro volumi. Ognuno di essi  fornisce la descrizione particolareggiata di ventiquattro specie di piante con l’indicazione della loro origine, coltura, morfologia, uso pratico, diffusione geografica.

A Mozzate, prima nei suoi giardini e quindi nelle brughiere acquistate, sperimentò la propagazione delle piante noardamericane per migliorare le risorse legnose del territorio.

 

[1] Le edizioni moderne sono del 1996 (a c. di M. Cerruti, Mucchi Editore) e del 2000 (a cura di M. Sioli, Città di Mozzate); esistono anche traduzioni in lingua inglese allestite per il pubblico statunitense.